Dire di NO
- Asia Giordano
- 17 mag
- Tempo di lettura: 3 min
Un "no" pronunciato con profonda convinzione è migliore e di
maggior valore di un "sì" pronunciato soltanto per cortesia, o quel
che è peggio, per evitare seccature.
(Gandhi)

Fin da piccoli ci preoccupiamo di farci amare dagli altri,ponendo in essere un modello di comportamento chiamato compiacenza. Lo possediamo tutti, ed è quello che ci garantisce di essere ascoltati, nutriti e amati. Ognuno di noi cresce con la propria “strategia” per farsi voler bene e accettare dalle altre persone, in primis dai propri genitori. Anche quando sembra che facciamo di tutto per non essere ben voluti.
Normalmente si tratta di dinamiche inconsce, ma che siano tali o consapevoli, queste dinamiche che applichiamo fin dalla tenera età innescano una reazione a catena, che ci conduce a dimenticare noi stessi, a mascherare chi siamo veramente, a sentirci in un certo senso a disagio con il nostro io e, quindi, a cercare di essere qualcun altro. Questo ci porta a sperimentare continue sensazioni di fallimento per ciò che sarebbe potuto succedere. Per un accumulo di sogni infranti e illusioni perse.
A lungo andare, tutto ciò si manifesta tanto nella personalità quanto nei comportamenti. A livello pratico, la conseguenza più palese e immediata è che facciamo fatica a dire di no.
Non mettiamo limiti e non ci rispettiamo, come se fossimo invisibili, trasparenti e traslucidi, e come se gli altri avessero il diritto di decidere per noi e su di noi.
Perché?
Nel suo libro “I no che aiutano a crescere” (1999), Asha Phillips scriveva: “Sembra così ovvio che a volte bisogna dire di no, eppure l'opinione più comune è che, se appena è possibile, si debba dire di sì. Esiste una tacita regola secondo cui le persone gentili, ammodo educate e premurose non dicono di no.” Ed ecco che la Phillips ci riporta alla paura che, chiedendo o affermando il nostro NO, possiamo offendere gli altri o rappresentare un peso. Temiamo che gli altri non ci amino più, non ci accettino né ci apprezzino per ciò che sentiamo. Il “no” diventa qualcosa di cui vergognarci, perché maschera un permesso che ci neghiamo: quello di essere noi stessi e di essere felici, a prescindere da quello che pensano gli altri o da quello che potrebbero aspettarsi da noi.
Dimenticandoci che nessuno sarà mai d’accordo con tutto quello che facciamo o diciamo…
“Siamo esposti alle critiche nello stesso modo in cui siamo esposti ad un raffreddore”
-Friedrich Dürrenmatt-
Dicendo sempre sì agli altri, smettiamo di chiederci ciò di cui abbiamo bisogno e, di conseguenza, smettiamo di conoscere i nostri gusti, le nostre inclinazioni, fino a cessare di sapere chi siamo veramente. La paura di tradire le aspettative degli altri diventa il primo tradimento verso noi stessi, e ci auto- sabotiamo in diversi ambiti della nostra vita.
Dire NO non è sempre facile, perché non lo è accettare la disuguaglianza, la voce fuori dal coro, la diversità di opinione.
Sappiamo invece che i NO, spesso nella storia e nella società hanno portato a grandissime cose, perché il confronto fa crescere. Lo vediamo anche in questo preciso contesto storico e sociale: coloro che hanno detto NO a tutta una serie di imposizioni insensate, stanno facendo un percorso di crescita personale molto intenso poiché si trovano, finalmente, in contatto con loro stessi.
Il coraggio di dire NO rappresenta un aspetto importantissimo per poter vivere sereni e per sviluppare e mettere a frutto le nostre potenzialità. Non è semplice per chi ha ormai radicato un automatismo del proprio modello di compiacenza, ma possiamo lavorare profondamente dentro noi stessi, non per trovarsi bensì per ri-conoscersi.
Smettere di avere paura delle critiche, non giustificarsi quando diciamo di NO, immaginarsi in diverse situazioni, non dimostrarsi sempre molto disponibili, imparare a volersi bene senza l’approvazione di tutti, diventare assertivi e darsi il permesso di essere felici, sono tutte strategie che si possono imparare nel momento in cui ci si rende conto che senza questo “lasciapassare” non ci possono essere crescita, evoluzione e trasformazione.
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